Claudio Strinati
E' lecito parlare di riscoperta in occasione di questa mostra, perchè
Lorenzo Gigotti, anche se non può essere definito un artista dimenticato,
è effettivamente entrato progressivamente in un cono d'ombra
cui la presente manifestazione permetterà certamente di sottrarlo.
E' del resto logico che la figura di Gigotti risulti adesso poco chiara.
Si tratta, indubbiamente, di un artista di qualità notevole, poliedrico
e estremamente interessante nei suoi sviluppi e nelle sue scelte, ma
proprio la ricostruzione della sua parabola, del tutto esauriente nella
mostra, permette di capire bene quello che è successo. Gigotti, a differenza
di altri, non ha veramente fatto parte in modo attivo della
Scuola Romana, cui pure i dati stilistici lo collegano in maniera evidente,
e successivamente ha sondato strade e fatto esperienze che
lo hanno collocato in un contesto ben diverso, come quello dell'arte
sacra, senza che questo suo nuovo inquadramento si sia risolto in
una poetica esplicita tale da renderlo riconoscibile e immediatamente
collocabile nel complesso clima del dopoguerra.
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